Spesso e volentieri si tende ad avere dei pregiudizi o a credere a false convinzioni in merito ad argomenti dei quali si conosce poco. Ciò accade soprattutto quando si parla di qualcosa che crea dibattito e polarizzazione: proprio come con il CBD.
Che sia fatto di proposito o meno, in giro c’è tanta disinformazione che va a creare una confusione generale che colpisce in modo negativo sia i potenziali acquirenti sia brand e produttori.
Abbiamo quindi deciso di scrivere questo articolo perché ci teniamo a contribuire a diffondere sana informazione in merito al CBD, questa volta attraverso un breve viaggio tra falsi miti e realtà, dove andiamo a smontare tutte le errate convinzioni che si sono diffuse.
Convinzione errata n.1: il CBD può provocare effetti stupefacenti.
Partiamo chiarendo uno degli aspetti fondamentali sulla differenza tra CBD e THC: entrambi sono cannabinoidi ed hanno effetti sulla psiche, con la differenza che il primo possiede principi ansiolitici e antipsicotici (utili ad esempio per l’ansia e l’umore) ma non psicotropi. Questa sostanziale differenza è dovuta dal fatto che il CBD viene prodotto da piante di Canapa Sativa che hanno una quantità minima di THC, in Italia regolamentata allo 0,2%. Conservate quindi tutte le proprietà benefiche, il CBD si è dimostrato un eccellente alleato in ambito terapeutico e cosmetico. Qui un nostro articolo sui benefici per il corpo umano.
Convinzione errata n.2: il CBD è soltanto l’ennesimo trend sfruttato dal marketing
Alcuni settori, come in particolare quello della cosmesi, sono teatro costante delle strategie marketing di “Ingredient Branding”. Parliamo di singoli prodotti o intere linee che basano tutta la loro forza comunicativa su l'ingrediente segreto che rende il prodotto unico e miracoloso. Per portare alcuni esempi pratici: Budweiser ha creato la sua birra a base di cannabis e Sephora il mascara con olio di CBD. Sono questi i casi in cui il più che valido ingrediente segreto viene utilizzato dal marketing solo per sfruttare il Trend o aumentare il prezzo del prodotto. In tanti altri casi, come quello di Marigrace, si cerca di sfruttare al massimo le caratteristiche e i principi benefici del CBD grazie ad una linea di prodotti che ne esalta e ottimizza l’efficacia.
Convinzione errata n.3: il CBD utilizzato è lo stesso in tutti i prodotti.
Trattandosi di un singolo composto, è convinzione comune pensare che non ci sia una reale differenza di qualità, rendendo l’estratto di CBD una vera commodity. Nella realtà dei fatti non è proprio così: una prima differenza avviene tra il CBD isolato e il CBD a spettro completo, dove il primo è appunto puro e il secondo è accompagnato da altri cannabinoidi che ne migliorano le performance. La qualità del CBD varia poi a seconda delle scelte aziendali dei produttori: sul mercato possiamo trovare diversi tecniche di coltivazione ed estrazione per reperire la materia che, in base alla concentrazione e agli oli vettore, esalta e migliora determinate caratteristiche e benefici.
Utilizzata da sempre, studiata da poco ma amata da subito.
I primi utilizzi della pianta da Cannabis risalgono a ben 2.500 anni fa, ma i primi reali studi sono partiti soltanto da 70 anni. In questo ultimo periodo sono state tante le scoperte fatte su questa pianta straordinaria e tanti i metodi di applicazione trovati. È ovvio quindi che ci siano ancora dei dubbi o che si siano consolidate della errate convinzioni, che speriamo aver contribuito a risolvere. Se vuoi scoprire altro sul mondo CBD e della cosmesi, qui puoi trovare altri articoli interessanti.
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